Star Wars

A me Guerre stellari non m’ha mai convinto. Francamente m’è sempre parso un po’ una bambinata, e fra le bambinate neanche una delle più belle. E però, e però qui hai a che fare con qualcosa di più, qualcosa che vive dentro la gente, nell’immaginario, nello spazio dell’epica… è qualcosa che merita rispetto perché occupa questa posizione, perché in qualche modo dà colore e forma ad un significato profondo e condiviso, perché nutre l’immaginazione collettiva e riempie lo spazio archetipico dell’eroismo e dell’avventura… non mi piace la saga ma rispetto in essa quel qualcosa in più che va oltre il mero pregio letterario e cinematografico della storia.

Il Sacro futuribile, ovvero un Futuro Sacro.

Non serve che faccia alcun diretto riferimento per affermare che il Sacro è importante per l’uomo. Lo ritengo anzi un’evidenza, tale da farsi percepire anche dal più scettico dei pensatori. Certo non coincide con il religioso, non può esaurirsi in una qualsiasi delle religioni positive che lo incorporano e pretendono di coprirne tutti i confini, va oltre ed è oltre, potendo esprimersi in una pluralità di esperienze umane che scorrono nella dimensione del tempo e dello spazio, ossia erano nella storia ovunque nel mondo, sono ovunque nel mondo. Mi azzardo a dire che l’esperienza del Sacro è elemento primo e archetipico, ossia irriducibile ad altro e basilare nella vita umana. Cosa credete che siano i colori di una squadra di calcio per un tifoso appassionato? Oltre a tutto il resto sono qualcosa di sacro, hanno rispetto e venerazione da parte del tifoso, ma sono anche oggetto di rabbia e frustrazione, esattamente come un totem in un clan primitivo.

Cos’è dunque il Sacro? Senz’altro una forza potente, un’energia in grado di uscire dall’animo umano e proiettarsi verso elementi diversi, investendoli e facendoli forti, importanti, eccezionali. È una corrente che può scaricarsi su uno spazio qualsiasi, reale o metaforico, è per ciò stesso capace di trasformare tale spazio in qualcosa dotata di senso e ragion d’essere. È un’energia tanto più forte ed intensa quanto più condivisa fra gli uomini e originata dal più gran numero d’essi. È una forza in grado di cambiare la vita umana, lo spazio dell’uomo…

Non posso pretendere di esaurire in queste poche righe un argomento di tale portata, non potrei neanche probabilmente, poiché mi mancano conoscenze e riflessioni giuste. Ciò che mi preme è solo sottolineare l’esistenza ancora viva, benché in mala salute, dell’esperienza del Sacro, della capacità stessa di generare Sacralità da parte degli uomini.

Cosa ne è oggi del Sacro? Qualche brandello viene gestito dalle religioni positive, qualche altro lo gestiscono movimenti spiritualistici di vario genere (Buddismo, New Age, Esoterismo, Satanismo ecc. ecc.), una gran parte lo utilizza la Società dello Spettacolo e del Consumo per dare lustro ed aurea alle merci messe in mostra, ed infine un altro pezzo se lo gestiscono i singoli a proprio modo usufruendo della capacità insita nella natura umana di generare e convogliare il senso del Sacro. Nel complesso mi pare di poter dire che l’uso complessivo di questa nostra facoltà è brutto, sprecato e stupido.

A che punto siamo oggi, anno 2011? In un punto per niente simpatico della storia universale, quello esatto in cui noi, la miserabile razza umana, stiamo per mandare a puttane la nostra casa comune, il pianeta Terra. Non parlo di uno stretto giro di tempo, non parlo di 5, 10 o 50 anni, parlo del fatto che la direzione presa, l’energia stessa impiegata per procedere in questa direzione è tale oggi per cui il momento di crisi si trova ormai iscritto nella nostra parabola, ineluttabile. Facciamo ancora in tempo? Non lo so, forse, ma in un certo senso non conta per determinare la necessità del cambiamento, perché un cambiamento mi pare assolutamente necessario.

Pensiamo mai seriamente a cosa stiamo lasciando alle generazioni future? Poco, mi pare di poter dire, e certo ci pensiamo senza la giusta carica emotiva, senza la forza sufficiente o il necessario grado di coinvolgimento. Blandamente pessimisti siamo ed intanto godiamo del momento, finché dura almeno, chi vivrà vedrà…

Penso che occorrerebbe sacralizzare il Futuro per salvarlo, lo dico seriamente. Se fossimo in grado di spostare l’investimento emotivo che adesso proiettiamo verso dei falsi, anzi meglio, degli stupidi sacri, distruttivi per lo più… se fossimo in grado di catalizzare l’energia umana verso un Futuro fatto Sacro forse potremmo cambiare il presente, potremmo seriamente tentare se non altro. E non parlo per niente di una svolta coscienziale da riservare all’intimo di ciascuno, ragione necessaria ma non sufficiente, parlo di qualcosa che sia vastamente sociale e coinvolgente, di un movimento grande e forte che possa abbracciare amplissimi strati di popolazione e sia in grado di opporsi al presente per come è, per quello che è.

Ma che discorso è codesto? Un meta-appello laico? Un pasticcio neo-umanistico? Un manifesto post-moderno? Come si fa partendo da una base così fiacca a costruire un’opera cotanta? Non lo so. L’unica cosa che vedo chiaramente è la necessità di farlo con una certa celerità. Ne va del nostro futuro reale.

saliscendi

Sarebbe opera degna, io credo, quella di indagare approfonditamente sui cambiamenti d’umore dell’italica opinione pubblica, con particolare riferimento al PresiNano, oggi vituperato quasi universalmente e ritenuto un misero venditore di tappeti (la categoria avrebbe ben donde di incazzarsi nell’equiparazione…) e ancora ieri, lo ripeto: IERI, considerato un imprenditore di successo pieno di talenti salvatore della Patria. Così ad intuito io modestamente propenderei per trovare la causa principale di ciò nel carattere nostro vecchio di secoli ed intriso di malizia: sugli allori il potente di turno, degno d’ogni leccata di culo immaginabile, nel fango il potente di ieri degno di scorno e spernacchiamenti per il solo fatto d’essere perdente e tramontato. Insinceri mi paiono tutti ‘st’abbaiamenti degli italiani oggidì, insinceri e degni di quel popolo di vili che siamo…