atmosfere

L’atmosfera di questo avvicinarsi alle elezioni è funerea, di una mestizia quasi disperata. Mai visto niente del genere ed intimamente la sento la stretta, la sento anch’io come più o meno tutti. Tempi cupi, tempi di crisi, politici con la credibilità di un ladro dentro una gioielleria, mesti oltre ogni dire, consapevoli, profondamente consapevoli di essere mancanti, di mancare di autorità e credibilità, amici del sussurro, nemici della piena luce, timorosi della disistima meritata del popolo. Che ci vai a fare a votare se tanto non cambia mai niente e questi son sempre gli stessi?!

Io ci vado se non altro per non votarli i papaveri dei partiti costituiti, di quei partiti che stanno lì già da prima. Ci vado per darglielo un segnale forte di insoddisfazione ed insofferenza, perché starmene a casa significherebbe lasciarmi inghiottire dal grigiore della rassegnazione. Ci vado perché non ci riesco proprio a rassegnarmi, perché vedere ‘sta gentaglia governare la vita di tutti noi mi dà profondi brividi di disgusto e paura. Ci vado perché non voglio dare il mio contributo al naufragio di questa nostra democrazia, voglio gridarglielo ai pirati di destra e sinistra, anzi di centro-destra e centro-sinistra, che mi fanno schifo.

Come? Scheda bianca se proprio mi sentirò irreconciliabilmente disperato o voto ai partitini anti-sistema, quelli che hanno dovuto raccogliere le firme per presentarsi, mai a nessun partito costituito, manco se mi scannano.